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Con la chiusura della vecchia chiesa nel 1978, decisa per preservare l’incolumità dei fedeli, si rese più esplicito il bisogno di un nuovo edificio più ampio per poter accogliere i numerosi fedeli. Negli anni che seguirono, il vescovo Antonio Mistrorigo, in una serie di visite avvenute nell’occasione delle cresime, più volte manifestò il suo personale interessamento e la necessità di una nuova chiesa. Dopo una serie di ritardi burocratici, la posa della prima pietra, benedetta dal vescovo, avvenne il 20 febbraio 1982 e dopo un anno di estenuante lavoro, il 13 marzo del 1983 avvenne la consacrazione della chiesa con una folla esultante che partecipò all’evento gioioso.
Il progetto, affidato all’ing. Pizzicato e poi eseguito dalla ditta Agostini-Pellicciari, è stato voluto e pensato come strumento di evangelizzazione e che esprimesse, nell’architettura, ampi concetti “nuovi” esplicitati dal Concilio Vaticano II. a chiesa si presenta, nel suo insieme, con uno stile ed un gusto notevole aderente alle più moderne concezioni architettoniche in Italia.
La chiesa fu edificata in una posizione un po’ rialzata rispetto al piano della piazza dalla quale partiva un bel viale di ulivi che conduceva alle porte della chiesa. L’organizzazione esterna degli spazi venne rielaborata a seguito del restauro della vecchia chiesa assumendo la struttura attuale, come un grande parcheggio, che accoglie i fedeli ogni domenica.
Il tetto, in legno lamellare, opera della ditta Olzbau di Bressanone, presenta una triplice ascesa rappresentante il concetto trinitario di “Dio, Uno e Trino” e l’elevazione dell’animo umano nell’incontro con Dio, sottolineato dal profilo architettonico che eleva lo sguardo del fedele al cielo; in questo si può vedere un richiamo al Concilio in cui viene ribadito come “la Chiesa si presenti un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e Dello Spirito Santo”.
Un altro elemento di gran significato cristiano è il muro eretto con blocchi di color bianco-grigio che entra in chiesa e fuoriesce dai due lati; è un muro rovinoso irregolare e pieno di buchi che esprime la nostra realtà concreta fatta di lavoro, continue tensioni che si innesta per trovare solidità e sicurezza nella croce luminosa di Cristo (resa dalla vetrata a forma di Tau ora parzialmente nascosta).
Dentro la chiesa dominava, e domina ancor oggi, la luce che, entrando dalle grandi vetrate, viene ad illuminare il rito eucaristico e scende sui fedeli come lo Spirito Santo sui discepoli. Fino alla fine degli anni ’80 il fulcro interno di tutto l’edificio era appunto croce attorno a cui ruotava tutta la celebrazione. Al fedele che entrava, si presentava sulla destra il fonte battesimale di forma circolare predisposto per il rito ad immersione. Procedendo verso sinistra si vedeva un semplice ambone e l’altare a mensa per il rito eucaristico. Infine all’estrema sinistra si notava la sede sopraelevata per la schola cantorum studiata per una migliore resa acustica del canto, la cui base era sorretta da una colonna dove, fu collocato, l’originario tabernacolo aureo a cassa custodito dagli angeli del Marchiori ( ora nella chiesetta).
Questa successione di elementi sintetizzava la vita del cristiano che nell’acqua del Battesimo trovava la sua realtà che poi veniva alimentata dalla Parola e dal Pane eucaristico.
Alla fine degli anni ‘80 la chiesa ha subito un grosso restauro che ha portato all’eliminazione del fonte battesimale e la costruzione del muro semicircolare che nascose la vetrata a forma di croce e spostò il fulcro dell’edificio verso la croce, che venne posta al centro del muro.
Nel 1994 venne aggiunta la sede presbiterale a forma di trono affiancata ai lati dai sedili per i concelebranti. In linea con il trono vi è il possente ambone e l’altare ligneo a mensa disegnato da profili scanalati, e collocato in mezzo alla schiera dei fedeli a simboleggiare come il miracolo eucaristico si compie in mezzo ai fedeli che poi gli si avvicinano per assumere il Corpo di Cristo.
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